Gaetano OLTOLINA - Pittore
1913-1983
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Mostra Critica

Monza, dal 16 al 28 febbraio 1979

MOSTRA ANTOLOGICA - GALLERIA CIVIC

In occasione della mostra:

Il volto sereno incorniciato dai capelli bianchi è lo specchio dell'anima di questo artista.
I suoi quadri ne sono il riflesso.
I protagonisti dei suoi dipinti hanno atteggiamenti severi e assieme dolci.
Una identica atmosfera fatta di gesti semplici e sostanziosi li accomuna tra loro e li avvicina al loro autore: pescatori, muratori, operai il cui lavoro si esprime in un gesto, colto e fissato dall'artista che ne ha osservato a lungo e con amore il rituale.
Per Oltolina dipingere lavoratori non una moda populista, è piuttosto una predilezione quasi evangelica per il mondo dei semplici.
Le figure solide nella silenziosa staticità delle masse concluse da linee sintetiche, dipinte con tonalità sobrie e dimesse, sono di una dignitosità che rifugge dal calore della deformazione delle immagini.
Solo un tema, la guerra, dove il simbolo ha il sopravvento sul reale, ha spinto il pittore ad abbandonare i caldi toni della natura per esprimere in livide tinte straziate, un dramma che l'urlo espressionista non basta a contenere.
Ma le figure di Oltolina, pur campeggiando nella loro solidità costruttiva, non si isolano dal paesaggio, sono inserite nella natura circostante come in una atmosfera vitale.
Il rapporto tra il pescatore e lo specchio d'acqua, tra il contadino e gli appezzamenti variegati del terreno traduce nella composizione armoniosa dell'immagine quell'intimità che naturale che lega l'uomo alla sua terra.
E questa terra per Oltolina è spesso la Brianza.
Una terra amata nella giovinezza e sognata ancora sulle tele della maturità.
Il paesaggio, più analitico nei dipinti giovanili, è venuto man mano trasfigurandosi: della Brianza è rimasta l'atmosfera più che i contorni definiti.
E in questa Brianza sta anche Monza, contemplata con nostalgia negli angoli più dimessi, a volte già scomparsi.
Oltolina è veramente un pittore monzese.
Non solo per i temi trattati e per lo stile che risente di una scuola, quale fu l'ISIA negli anni tra le due guerre, ma perché tutta la vita di Oltolina è legata alla sua città, alla scuola "Paolo Borsa" che ha formato molti artigiani e qualche artista.
Questa rassegna antologica, che ripercorre il cammino percorso in più di trent'anni di pittura, testimonia che la stima e la riconoscenza degli amici e degli allievi di Oltolina sono ben meritate.

Dott. Beppe Colombo (Direttore Biblioteca e Pinacoteca Civica di Monza)

In occasione della mostra:

Lieto ritorno questo di Oltolina, un'Antologica che ha riscosso un immediato successo, quasi che tutti noi - "monsciaschi" del buon stampo Teolindeo attendessimo un appuntamento che forse l'Artista, per imperscrutabili messaggi, non ha voluto unicamente da sè.
Proporre e riproporre una cinquantina di tele (la maggior parte delle quali anche di notevole dimensione) , non è così facile per nessuno, il denudarsi, mostrando le membra fanciullesche e post-adolescenziali, sapora d'intendimenti faceti; il piacere del sorprendersi e sorprendere, il riallacciare ricordi e fili smarriti.
Gli è rimasto, dopo questo lungo arco di esperienze, qualche frangia di accademismo che si riabilita però subito in una pennellata personalissima, in tematiche rigorosamente sezionate, in sogni mai sopiti.
Ebbi già a dirlo e lo ripeto con assoluta convinzione: di lui mi piacciono soprattutto le raffigurazioni di Arti e mestieri (la maggior parte dei quali vigorosi, cruenti), pescatori, minatori, muratori trasudanti polveri calcinose, scariolanti, fabbri e carpentieri.
Non è mai aulica la sua rappresentazione così come non è strumentalizzata; i gesti, le pose sono soltanto cosa dignitosa priva di messaggi deliranti e di rivolte cainesche.
Per tornare ad alcuni titoli ecco la bella serie di acquarelli sul Delta del Po a Goro, il segno volutamente pulito e calligrafico, il colore stesso non sbavato nelle facilonerie del mestierante che vorrebbe l'effetto con il minimo dell'impegno.
Soprattutto nella tela con il barcone si respira la perduta dimensione d'un uomo impegnato in una storia di odio - amore per una natura aspra, avara ma affascinante; in perfetta simbiosi d'intenti, credo di ravvedere lo stesso pensiero nella veduta dell'Adda, ultimi scorci per chi così la conobbe dopo lunghe pedalate nelle estati afose, pioppeti e piccole dune verdi.
Direi che, pur essendo il quadro un oggetto da amatori fine a se stesso e facilmente inseribile in ambientazioni diverse, vedrei per assioma, molte di queste tele  in studi professionali, in sale di consigli d'amministrazione, in atri di banche: una maniera di fare atto promozionale all'Arte e di onorare chi per essa sigla un nome.
Gaetano Oltolina dunque, una candida chioma di antico stampo Lombardo, un uomo che prosegue estraniandosi da tutto ciò che prima non abbia creduto e reso vero, un gatto sornione anche dalla zampata non sempre accomodante.

Enrico Cazzaniga

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