Gaetano OLTOLINA - Pittore
1913-1983
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Mostra Critica

Monza, dal 11 al 20 NOVEMBRE 1956

MOSTRA PERSONALE
- Arengario

dal Cittadino del 15 novembre 1956

Oltolina espone all'Arengario 54 opere che riassumono la sua attività e la sua tenace ricerca e la costante maturazione degli ultimi quindici anni.
Abbiamo particolarmente notati della più recente produzione i quadri "Rosella e l'ombrellino rosso" e "Aringhe affumicate", buoni per tecnica e tonalmente a posto.
I quadri ispirati al circo sono spesso piacevoli per l'immediatezza della visione, per la soluzione nell'insieme decorativa del soggetto e per la carica umana trasmessa dal colore e dal disegno: l'uno riflette bene la grevità di un ambiente dove l'umano travaglio resta sotteso, tristemente velato da maschere, stoffe e luci multicolori; l'altro rende la vivacità dei movimenti funamboleschi con agilità.
In genere sono meno validi i quadri a soggetto paesistico di quelli a soggetto umano, dove Oltolina ritrova sempre un equilibrio di toni ed incisività di segno che il paesaggio tende a disperdere in toni e segni convenzionali.
E i disegni sono soprattutto eloquenti al proposito: molto più solidi e costruiti quelli di figura che non le vedute campestri dove il segno si spezza e le ombre finiscono spesso per dare suggestioni banali.
Intervengono poi ogni tanto opere come "Pescatori all'alba" e " Gli uomini volanti" ove Oltolina sperimenta con successo visioni nuove, personali e insolite, che danno al corso della sua opera e al profilo della sua figura di pittore un tocco di genialità e freschezza.

I. M.

All'Arengario Gaetano Oltolina, espone 54 opere.
Riassumo l'attività di un decennio e più.
Oltolina, raramente espone.
La sua pittura è priva di quelle caratteristiche che sollevano discussioni.
L'arte di Oltolina è umana, parte sempre dall'informazione del vero.
Come giustamente dice Raffaele De Grada nella presentazione: "l'arte di Oltolina non è che il rapporto fra il sentimento del pittore con il mondo che lo circonda e qui sta la differenza con altri pittori del giorno d'oggi ce sacrificano la sensibilità alla tavolozza".
Mondo caro al pittore è la vita del Circo e il colorito mondo degli zingari.
Il pittore non trasmette alle sue tele la grevità di una triste miseria.
Al contrario zingari, pagliacci, equilibristi, sono colti con animo candido di un fanciullo abbagliato da forme in movimento, luci e colori.
"Al Circo equestre", "Uomini volanti", "Accampamenti di zingari", "l'equilibrista" ecc. sono a parere mio tra le migliori espressioni pittoriche suggerite da profonda emozione.
Anche "Pescatori all'alba", "Suonatori della montagna" caratterizzano pienamente figure e ambiente.
Nel paesaggio il pittore Oltolina non sempre eccelle.
Bello "Vecchie case", "Colline al tramonto", ed altri: in genere dove il pittore riesce a sacrificare il caratteristico a un'eloquenza più intima di tono.
Alla Mostra sono esposti pure due quadri che apparvero alla mostra di Bergamo e all'Angelicum di Milano.
Molti i disegni, in genere buoni.
Con tutta sincerità, per conto mio, sarebbe stato bene che il pittore avesse sacrificato un buon numero di quadri i quali, non avvantaggiano la migliore produzione.
Ad esempio "Zingari sotto il ponte" si trovava tra due quadretti di fiori assai modesti.

R. Mischi De Volpi

Presentato da Raffaele De Grada (il quale lo ebbe allievo) Gaetano Oltolina ha esposto all'Arengario oltre 50 quadri.
L'Oltolina è - come scrive il De Grada - "uno di quei giovani che restano fedeli alla selezione che la natura suggerisce, rifugge da forme allucinate di ordine decorativo prive di poesia, come solo la pittura, la grande maestra di tutti i tempi, può ispirare.
Ecco quindi la sua effervescente ricchezza di colori, alternati a certi grigi diffusi, in atmosfere soffici, in ampie sagome, rese con tocchi vivi, nel più intenso gioco di luci e ombre.
Alcuni paesaggi profondi, come "i pioppi e la fattoria" e "tramonto dopo la pioggia" rivelano potenza non comune in espressioni di prospettive; come certi gruppi di zingari o ballerine offrono movimento e gaiezza.
Buoni saggi sono costituiti da "Annunciazione" e "Gesù nell'orto".
Più di ogni altro lavoro, è felice "Rosella e l'ombrello rosso", in cui morbidezza, luce, trasparenza, solidità, vivezza del ritratto, movimento, plasticità sono compendiati per dimostrare un punto d'arrivo degno della migliore arte pittorica.
La quale arte pittorica, intesa come dice il De Grada "nel rapporto fra il sentimento del pittore col mondo che lo circonda" è altresì felicemente resa attraverso disegni e nature morte, paesaggi e scene campestri.
Gaetano Oltolina dimostra, insomma, come l'arte può piacere, anche staccandosi da certe forme leziose.

Critico d'Arte Paolo Cenci

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